Spettri nei colori – di Fortunato Gatto

Il sibilo assordante del vento che s’incunea tra gli alberi contorti, foglie e persino rami che svolazzano, dei disegni scuri immersi nei colori caldi dell’Autunno. Non é la trama del nuovo seguito di Poltergeist, ma ció che accade in Scozia con l’arrivo delle tempeste atlantiche durante il periodo autunnale. La felce diviene avvolgente e tutto ció che viene reso dinamico dal vento si ammorbidisce, registrandone le movenze per piú secondi di posa. Surreale, irreale? E’ giusto una provocazione fine a stessa, perché nel 2015 inoltrato non é detto che sia stato del tutto accettato il fatto che il nostro occhio e il sensore della fotocamera hanno due modi di osservare la realtá radicalmente diversi, ma soprattutto tornando ai fini di un’immagine come questa, com’é possibile rendere vive quelle sensazioni di vento? Un’immagine “statica” in questo caso sarebbe paradossalmente IL falso.
Scozia, Loch Awe. 5D MKIII, 40mm, F13, 5 sec., Filtro ND, Polarizzatore, Telecomando, Cavalletto.
- Categories: Immagini raccontate
3 comments on “Spettri nei colori – di Fortunato Gatto”
Roberto
Grande foto per la sensazione che da.
Chi ha passato del tempo in aperta campagna, o in ambienti come i Magredi con le condizioni di vento e freddo comprende appieno quando descritto nella presentazione della foto. Si secondo me la foto rende “reale ” la sensazione percepita.
Bellissima!!!
Roberto
Fortunato Gatto (author)
Grazie Roberto. Sono veramente contento che tu abbia citato le sensazioni. Fortunato
Marco Faliero
Penso che il nostro cervello vede la realtà più come una videocamera che non come una fotocamera. Cioè vede un susseguirsi di “frames” in tempo reale. Per cui se il tuo risultato è “irreale”, allora lo sarebbe altrettanto l’impostazione di scatto con un tempo cortissimo, visto che comunque il nostro cervello non può nemmeno fermare un’immagine di 1/8000 di sec.
In ogni caso trovo che come dici tu questi discorsi sono fini a se stessi, nonchè dei “falsi” problemi, proprio per la ragione di fondo: la fotocamera vede a modo suo e vede diversamente. Ciò che conta è il risultato, che è interpretazione della realtà. E quel che conta è che la tua interpretazione è interessante, ma, soprattutto, emozionante. Tutto il resto è noia.
Un saluto